Torta Tricioccolatata ✎

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Una delle mie più note caratteristiche è quella di essere perseguitata dalle bande musicali, che detesto.

Non ho mai capito se è per via di una sorta di legge di Murphy, per la quale, odiando le bande, ovunque io vada ce ne è una in agguato, o se la mia avversione è la reazione fisiologica all’incontrare da trent’anni, con assurda frequenza, bande e fanfare in ogni occasione.
Io sono lì [seduta in cima a un paracarro] che sto pensando agli affari miei e d’improvviso – paaarapaaa – arriva la banda col suo fracasso infernale e tutta quella roba che luccica.
Sto tranquilla in coda alla posta e – parapaaaa – diventa tutto un barrire e brillare, soffiare e scintillare.

Non che butterei tutti i pifferi [metonimia valida per praticamente tutti gli aerofoni, tranne l’organo, credo] nel cratere dello Stromboli però, in tutta franchezza, se nel prossimo tour ci risparmia i Miami Horns sono contenta lo stesso.

Ultima beffa del Nume Custode e Vindice delle Bande è il dono di una nuova preziosa amicizia musicale, la già citata musicista di fama internazionale, trombonista – manco a dirlo – per celebrare la cui consacrazione a Professoressa ho preparato un dolcino.

Essendo una laurea triennale [ho un giro di pivelli] ho optato per la Torta Tricioccolatata.

Si fa così:

Si prepara la base della Torta al Cioccolato per Antonomasia, utilizzando tre quarti delle dosi, ottenendo un disco di medio spessore che se anche non forma una voragine sulla superficie siamo contenti lo stesso!


Mentre il primo disco raffredda, se ne prepara un altro con la stessa procedura, ma impiegando cioccolato al latte. Anche questo sarebbe preferibile che mantenesse le proprie faglie il più prossime possibile
Si prepara intanto una farcitura leggera, lavorando a spuma 500 gr di mascarpone con due cucchiai di zucchero a velo e due tuorli d’uovo montati con tre cucchiai di zucchero semolato.
Al composto si uniscono 100 gr di cioccolato al latte ridotti grossolanamente a scaglie


Eccoci al momento di suspance: bisogna tagliare a metà ciascun disco cercando di ottenere quattro dischi di uguale spessore.
Possiamo passare sopra al fatto che siano, magari, un po’ sproporzionati, ma è importante che il taglio sia regolare e condotto lungo un piano il più parallelo possibile alla base, perché i dischi andranno assemblati alternati e, così facendo, non ci sarà modo di compensare concavità/convessitudini!

Spalmate [spalmate è una parola grossa: distribuite meglio che potete] sul primo disco metà della stracciatella di mascarpone e coprite con un disco ricavato dall’altra torta.

Su questa nuova superficie spalmate [stavolta è fattibile] un abbondante strato di marmellata di ciliegie [dà al tutto un gusto più dolce e zuccheroso, se ne sentiva la mancanza…] e disponete sopra il secondo disco della prima torta.

Coprite anche questo con la farcia di mascarpone e cioccolato. Essendo piuttosto solida, potete approfittarne per compensare con essa eventuali irregolarità della superficie

Finite con l’ultimo disco di torta.
Non è importante con quale torta cominciate, badate, magari, a terminare con un “sopra”, la cui superficie liscia facilita il processo di glassatura.
Se disponete di un “sopra” meno terremotato del mio, tanto di guadagnato.

A tempo perso vi sarete dilettati a foggiare scritte e tromboni di cioccolato fondente su ogni centimetro di carta da forno che avrete trovato in casa.
Badate che per ovviare alle irregolarità di stesura del cioccolato sarà necessario disporre le decorazioni sulla torta all’incontraire.
Il che, se non è un grosso problema per il trombone, richiede di farvi possedere dall’anticristo per le scritte.

Il trombone è uno strumento infido da riprodurre, sono generalmente necessari 28 tentativi prima di ottenerne uno, se non proprio presentabile, in cui almeno si apprezzi lo sforzo.
Attenzione perché il cioccolato fuso tende a squatragnarsi sulla carta da forno prima di coagulare, perciò i raffinati dettagli di contrappesi, valvole, giunzioni e sfiati diventano impietose patacche.
In questo caso vale tutto: dalla phonata di aria fredda [super-rischio] alla carta da forno posata sul ghiaccio, al marito che soffia [piano!] sul disegno.

Ora che la torta è assemblata e le decorazioni si stanno in qualche modo coagulando, fate sciogliere a bagnomaria 300 gr di cioccolato bianco [e se no il terzo cioccolato dov’era???] e coprite la torta con il Galak liquido.
Cercate di glassare anche i lati della torta, smerdando il centrino il meno possibile. Meno di quello che ho fatto io.
Finché il cioccolato bianco non è ancora completamente rappreso, approfittate dello stato plasma per disporre su di esso le decorazioni, che in questo modo vi rimarranno fissate.

Attenzione: la glassa è come l’oceano: non restituisce quello che vi si butta, quindi prendete le misure con estrema attenzione; fatevi passare quel cazzo di tremito alle mani da Salvate il Soldato Ryan e staccate, con tutta la delicatezza del mondo, il trombone dalla carta da forno.
Attenzione a non romperlo.
E’ fragilissimo, occhio.
Merda.
Il trombone è troppo lungo. O il diametro della torta è troppo corto.
/sigla/ E’ IL MOMENTO DELLA CRISI DI NERVI /fine sigla/
C’è una soluzione sola: accorciare il trombone.
Tradotto: spezzare con le vostre mani quello che fin’ora avete cercato con tutti i vostri sforzi di mantenere intatto. Mentre meditate seriamente di farvi cambiare legalmente nome in Medea, cercate almeno di non fare scempio delle spoglie del trombone e di amputare in maniera netta e pulita, ricucendo il più precisamente possibile le parti


Va da sè che, se era lungo il trombone, è lunga anche la scritta “congratulazioni”. Siete troppo sfiniti per avere un’altra crisi di nervi, oltretutto, senza neppure l’effetto sorpresa, sarebbe ancor più da stupidi; quindi, lasciate intatti quei due piatti spaiati che vi sono rimasti e dedicatevi a realizzare altre decorazioni.
Per esempio, un inedito e imprevedibile pentagramma!
Dopo 55 righe troppo spesse per essere fruibili dal punto di vista estetico e 15 troppo sottili per esserlo da quello pratico, orientatevi su una sicuramente più gradita chiave di sol campata in aria e due crome accazzo giustificate da una soluzione grafica infantile


Posto che la prossima volta vi scegliete amici affetti da amusìa, sordità o che al massimo suonano il triangolo, ora dovete solo trasferire l’incudine svizzera in un portatorta di cemento armato e poi potrete iniziare a pensare con angoscia al giorno della specialistica.

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