Undicesima cena regionale: Abruzzo e Molise. Primo piatto: Zuppa di lenticchie

Attenzione! Questa ricetta implica l’uso di lenticchie secche, può prevedere alcune ore di ammollo

Uno dei primi piatti tipici dell’Abruzzo e del Molise (siccome non so di quale zona sia effettivamente originario, cito sempre entrambe le regioni) che non annoveri fra i suoi ingredienti l’introvabile agnello è la zuppa di lenticchie.
A giudicare dalla ricetta, poi, ha anche il vantaggio di essere facile da preparare e buona da mangiare, quindi la scelta è stata facile.

Data l’occasione importante, mi sono addirittura presa la briga di procacciarmi tutti gli ingredienti, o quasi:

 

Ingredienti

150 g di lenticchie secche di Santo Stefano di Sessanio

E certo.
Perché adesso io parto da Trieste a vado a Santo Stefano di Sessanio a comprare un etto e mezzo di lenticchie secche. Come no? Comodo! Sostenibile!
È pur vero che pretendere il legume a chilometro zero, in questo angolo di mondo, è impossibile: le cose più vicine cui possiamo aspirare sono il pregiato fagiolo di Lamon o l’inestimabile giàlet, che è sempre del bellunese.
Userò delle squisite lenticchie umbre prese dal mio biospacciatore, che sono già fin troppo lontane.
Poi occorrono:

1 spicchio di aglio
1 costa di sedano (il ricettario parla di nuovo di “costola”, io non polemizzerò ancora)
1 carota
1 porro
1 fetta di pancetta tesa di un etto
250 g di polpa di zucca
350 g di spinaci
300 g di patate
olio
sale
pepe

Procedimento

A parte le lenticchie abruzzesi, ho tutti gli ingredienti per preparare questa zuppa. Trovo perfino la zucca (meravigliandomi, poiché credevo che fosse un ortaggio della stagione autunnale).

La ricetta raccomanda di mettere le lenticchie in ammollo per 12 ore.
Non so quelle di Santo Stefano di Sessanio, ma le lenticchie che consumo abitualmente non necessitano di ammollo; anzi, se le lascio in ammollo, si disfano durante la cottura. Regolatevi in base alla conoscenza che avete delle vostre lenticchie.

Quando siete pronti – cioè, quando le vostre lenticchie lo sono – si fanno rosolare in un po’ d’olio la pancetta tagliata a strisce e i sapori mondati e tritati (anche l’aglio). Poi si uniscono le lenticchie, le si lasciano insaporire un po’, e si versa acqua fino a coprire il tutto. Abbondate pure con l’acqua, perché dovrà cuocere un’ora e mezza.

Credo che il tempo di cottura sia tarato sulle lenticchie di Santo Stefano di Sessanio, che evidentemente sono pietruzze travestite da lenticchie, perché in un tempo di cottura simile – per giunta dopo dodici ore di ammollo – a momenti cuociono anche i ceci.
Ovviamente le mie lenticchie si sono sfatte, voi evitate questa tragedia facendole cuocere in base al tempo che sapete impiegano solitamente, anche perché dovranno cuocere ancora.

Trascorsa l’ora e mezza, infatti, la ricetta dice di aggiungere gli spinaci e la zucca e le patate ridotte a dadini, quindi di far cuocere la zuppa per altri 20 minuti.
In totale siamo a quasi due ore di cottura, le mie lenticchie, a questo punto, sono un frappè.

Badate a fare tocchetti di patate e zucca abbastanza piccoli affinché cuociano in 20 minuti.

Se necessario, si può aggiungere un po’ d’acqua durante la cottura.
Quando la zuppa di lenticchie è quasi cotta (diciamo 10/15 minuti prima), si aggiunge il sale e si lascia andare ancora un po’.
Il manuale del Corriere della Sera, dice di aggiungerlo a cottura ultimata, ma è meglio farlo un po’ prima, affinché si distribuisca meglio nella zuppa; non subito, altrimenti le lenticchie restano pallini da schioppo.

Alla fine si aggiusta di sale e pepe e si condisce con olio crudo.

A me è piaciuta molto, anche perché – in realtà – richiede un terzo del tempo previsto dalla ricetta.
Non ho ancora provato, ma secondo me, in mezz’ora/tre quarti d’ora al massimo, è pronta.

… chissà come coltivano le lenticchie a Santo Stefano di Sessanio per farle così coriacee!

 

2 thoughts on “Undicesima cena regionale: Abruzzo e Molise. Primo piatto: Zuppa di lenticchie

  1. Pillow

    oh, bona! ma quindi lo spinacio non lo butto con la zucca, giusto? diciamo, lo lascio in panchina finché il primo cubetto di patata non si infortuna?
    (dai che so’ peciona, e mi devi prendere per mano pure per fare il purè istantaneo!)

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