Il primo bagno dell’anno – Villaco/Villach/Beljak, 1° maggio 2013, Campionato regionale FVG [2]

 

 

Al termine della mia prestazione, durata parecchio, invero, la giornata era ancora calda e soleggiata.

Zzi non era ancora arrivato e io avevo fango fino alle ginocchia perché mi ero infilata per due volte nella palude, la seconda delle quali del tutto superflua, avendo scambiato il fiume per il sentiero, ma preferirei non parlarne… Se proprio ci tenete a sapere come ho fatto, sapete dove andare.
Era caldo, si diceva, Zzi non si vedeva all’orizzonte e io dovevo lavarmi.

E cosa si fa quando si è sporchi in una giornata calda, senza nessuno che sorveglia?
Ci si fionda vestiti nel lago prima che arrivi un adulto a impedirlo, pronti a spiegare il fatto con l’esigenza di non lasciare il pantano sugli indumenti, che domande!

Senza falsa modestia, come orientista non varrò un cazzo, ma come bambino che vuol fare il bagno senza il permesso ho un eccezionale talento, una discreta esperienza e parecchio da insegnarvi, perciò permettetemi di illustrarvi la mia tecnica.


Come fare il bagno anche se gli adulti te lo hanno proibito (perché hai appena mangiato bufalo fritto coi crauti) in 3 mosse

 

1. Avvicinare la riva con un pretesto

La cosa fondamentale da fare è procurarsi un motivo per avvicinarsi all’acqua e, contestualmente, rendersi una presenza sgradevole, in modo da non essere trattenuti altrove.
Se siete in spiaggia, spalare sabbia negli occhi dei vostri genitori può essere un buon sistema. Non importunate gli altri bagnanti: non sono loro che vi hanno messo al mondo e non hanno alcun potere sulla vostra vita; concentratevi a molestare i vostri genitori. Se siete su una spiaggia ligure, dove notoriamente non c’è sabbia, lapidateli con discrezione.

Quanto al pretesto, sporcarsi è sempre la cosa più semplice. Anche al mare non mancano bomboloni che possono imbrattarvi di marmellata, gelati che colano e appiccicano dappertutto, catrame e altri residui del trasporto marittimo stracquati a riva (sempre se siete in Liguria).

Io non avevo bisogno di grosse scuse, essendo ridotta come il mostro della palude, ma per sincerarmi che nessuno mi volesse intorno, ho iniziato a tazzare l’anima al Previdente Presidente perché Zzi non era ancora tornato.
È risaputo, infatti, che se fosse per me, Zzi dovrebbe vincere tutte le gare, completando anche il più lungo dei percorsi in una manciata di minuti, perché io mi aspetto di trovarlo all’arrivo intatto, fresco e ripulito. Se arrivo e non lo trovo (o se dall’auto mi reco all’arrivo e lui non c’è), vado in acido.
Quando possibile, mi accanisco sullo Speaker, pretendendo una previsione di arrivo in funzione del percorso ed estorcendo una promessa di salvataggio in caso di ritardo superiore a minuti 5.
Non ho, quindi, dovuto far altro che dare voce ai miei pensieri, e in men che non si dica avevo il vuoto intorno.
Ho potuto, allora, dirigermi indisturbata alla riva.

 

2. Entrare in acqua con misurata nonchalance

Dapprima si mettono solo i piedi a bagno – nel nostro caso, giusto per pulire le scarpe.

Poi si fa qualche passo distratto  in avanti, ma solo per rimuovere il fango anche dalla tuta, guardandosi intorno con noncuranza… bisogna arrivare come minimo fino alle ginocchia (lo Stige era profondo), più qualche centimetro per sicurezza. E siamo a metà coscia!

Quindi si attacca discorso con qualcuno che è già in acqua e si fa qualche passo verso di lui, ma solo per pura educazione, per non obbligarlo ad urlare.
Non sono l’unica in acqua, dunque. Certo, sono l’unica ad avere il diritto di voto, ma è comunque probabile che me lo toglieranno.

 

3. Immergersi con risolutezza, quando siete troppo lontani dalla riva perché vi venga impedito a forza

A questo punto la chiappa è umida e bisogna entrare in acqua fino in vita, così si capisce che è stata un’immersione, altrimenti sembra solo che ce la siamo fatta addosso, e non sta bene.

Ancora due parole, un paio di battute sulla temperatura dell’acqua e… plaffete!
Si va giù a straccio bagnato come se fossimo l’ultimo uomo sfiorato in area di rigore, ed ecco che in pochi minuti ci si ritrova asciutti solo dalle orecchie in su.
A questo punto, immergere o meno la testa è discrezione del bagnante. Personalmente, nuoto due centimetri sotto il pelo dell’acqua e la immergo volentieri, tanto vivo con la testa costantemente bagnata, non sarà certo l’acqua del mare o del lago a farmi venire la cervicale.

 

Okay, l’acqua del Vassacher See è torbida, galleggia ogni sorta di vegetale putrescente e probabilmente è infestata di invertebrati, ma sono appena sfuggita dalle grinfie di Filippo Argenti, e in confronto sembra l’acqua della Costa Smeralda.

Siccome anche Zzi non fa una prestazione memorabile, e sta in giro un po’ più del previsto, io sguazzo a lungo felice come un orientista – pardon! – un maialino nel fango.
Quando finalmente giunge sano e salvo, mi pare il giorno più bello della mia vita (dopo quello in cui mi ha baciata Bruce, è chiaro),  gli scodinzolo un po’ intorno e lo porto a fare il bagno. Lui ancora non capisce come io possa bagnarmi in quel brodo primordiale surgelato, ma deve farsi perdonare un percorso infame, e si adegua docilmente.

Appagata la mia indole di lamantino, finalmente si mangia.

Siccome non ho fame, prendo solo un toast con la cipolla e due birre: tutto il resto lo mangio dai piatti degli altri.
I wurstel sono abbondanti e serviti con la senape dolce bavarese, di cui notoriamente vado pazza. Le patatine fritte sono banali patatine a fiammifero surgelate, ma non sono eccessivamente unte e si sono pure degnati di cambiare l’olio. Anche la cotoletta ha una panatura abbastanza leggera; se non altro, è stata immersa in olio al momento giusto e si è formata una crosta intatta e relativamente asciutta. Sono buoni pure i bratwurst, e mi pento di non averli ordinati.
Il solo piatto dal quale evito di attingere è quello di Marko con la K, che contiene tre foglie di rucola scondite e mezzo ravanello.
Durante il viaggio di ritorno, mi scofano anche i dolci di riserva, la banana e il cioccolato.
SuperGiovane è rannicchiato in un angolo e si fa scudo con lo zaino, temendo di essere divorato.

A casa, a tarda sera, mentre butto giù bocconi di sushi come se fossero pop-corn, riguardo la cartina insieme a Zzi, che spera – invano – che io capisca gli errori fatti e non li ripeta in futuro, ma io la osservo con il consueto sguardo vacuo, e non la distinguerei da quella di un posto in cui non son mai stata.

Questa trasferta di orienteering, però, mi ha ugualmente insegnato molte cose.

 

La prima è che la biancheria bagnata va strizzata molto bene, e non va riposta in un sacchetto di carta, altrimenti il libro di ricette trentine, nello zaino, si bagna e resta ondulato, mettendo seriamente a repentaglio la prosecuzione delle cene regionali.
Anche il portafogli arancione si bagna, e resta macchiato, perché era di cuoio (mentre ora, a giudicare dall’apparenza e dalla consistenza, è diventato di cartone).
Anche il portachiavi si bagna, ma è di plastica e non succede niente. I biglietti da visita al suo interno, invece, diventano illeggibili, ma vanno ancora bene per fare filtrini.

La seconda è che due o tre fettine di cipolla, in mezzo al toast, sono la morte sua.

Altre, per il momento, non ce ne sono.
Dai superficiali graffietti che mi sono fatta in gara e dallo sguaro ancora non del tutto rimarginato che mi sono procurata cambiando le testine agli spazzolini da denti, i maligni potrebbero giungere ad affermare che una gara di orienteering è meno pericolosa dell’igiene orale, ma sappiamo che non è così!

È solo pericolosissimo essere me.

 

About Larry

Un giorno Bruce Springsteen mi porterà via con sé, nel frattempo vivo avventure rocambolesche ogni volta che mi avvicino a un fornello e sottopongo ad attenta analisi tutti i locali nei quali vado a mangiare. Una volta ho incontrato un orientista e l'ho sposato senza comprendere la portata della tragedia. Il lamento dell'orientamento è su Larryetsitalia.net

7 thoughts on “Il primo bagno dell’anno – Villaco/Villach/Beljak, 1° maggio 2013, Campionato regionale FVG [2]

  1. Pillow

    sono oltre 20 anni che sto su internet.
    sono dieci anni che scrivo su blog.
    embe’, sono ANNI che non rido così davanti allo schermo.
    Che lieto incontro! E pensa che non mi ricordo assolutamente, dopo un’ora che ti sto leggendo, a quale stracazzo di ricetta di cui ero in cerca sono debitrice!

  2. Pillow

    vera, come è vero che in questo momento, appena salita in ufficio, appena acceso tutto, appena preso il caffè d’orzo e appena cosciente che tra poco sarò accerchiata e non potrò nemmeno pensare senza avere 15 paia di occhi puntati, mi scappa la cacca.
    If “colite” in my karma, what was my life before?

  3. Larry

    Piccoli Lettori,
    abbiamo appena guadagnato una (altra) commentatrice migliore dell’autrice.
    Spero di farla durare!

  4. Giulio GMDB

    Lo sai che l’Austria è famosa per avere un sacco di centri termali dove puoi nuotare in piscine di acqua trasparente e pure tiepida? ;-)

  5. Pingback: Orienteering San Leonardo 19/05/2013 | LARRYCETTE

  6. Pingback: Al Pedocin - Larry nel più caratteristico stabilimento di Trieste | Larrycette

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