Ottava cena regionale: la Toscana. Prologo, il menu

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Prima di dirvi quali piatti tipici della Toscana ho servito nella cena regionale ad essa dedicata, mi preme festeggiare un mio piccolo lettore, che ha compiuto 21 anni:

E ora che anche per oggi abbiamo raggiunto il nostro DRAB (daily recommended amount of belinate), possiamo proseguire con il menu toscano.

La Toscana è – credo – la regione italiana più conosciuta nel mondo (a proposito, so di averle collocato la Sardegna troppo vicino, ma non rifarò il disegno).
Venezia e Roma sono probabilmente le città più amate e note, ma la Toscana, con le sue colline del Chianti e le sue case di Sting, è lo stereotipo della vita rural-chic tricolore.

In questi giorni è di grande attualità, grazie alla vittoria del Sindaco di Firenze alle primarie del PD, ma io ho tenuto la cena regionale in tempi meno che sospetti, vale a dire il diciassette ottobre, come le scritte sul muro della mia cucina testimoniano.

Antipasto: pane e salame per prendere tempo.
Pensavo di fare un’insalata di ceci, poi mi sono risolta a proporla come contorno, altrimenti c’era troppa roba, poi mi sono fatta prendere dal panico perché non c’era abbastanza da mangiare e ho comprato il salame.

Primo piatto: ribollita.
Il mio vanto.
Era la prima volta che la facevo (ricordate? La regola delle cene regionali è che non ci si adagia sui cavalli di battaglia) ed ero molto curiosa di provarla, poiché non l’avevo neanche mai assaggiata. Non so se sia venuta “come si deve”, forse no, dato che non avevo un ingrediente che sicuramente i toscani riterranno fondamentale (magari mando un tweet a Matteo Renzi e glielo chiedo), ma è venuta “buona” e siamo contenti.

Secondo piatto: polpettone alla toscana.
Qui abbiamo barato.
Questa è una ricetta supercollaudata da Zzi e me, specie quando eravamo fidanzatini nella vecchia casa in affitto. Poi, non so perché non l’abbiamo fatta per un po’, ma non ci è parso vero poterla riassaggiare con i nostri amici.

Contorno: insalata di ceci
… come anticipato.
Non c’è molto da dire, almeno, non senza rovinare la sorpresa di quando sarà il momento di parlarne diffusamente.

Dessert: torta di bischeri.
Per me una rivelazione, per Zzi una cagata pazzesca.
È una sorta di crostata con un ripieno di riso cotto nel latte e arricchito con cose buone come canditi e cioccolato. L’unico inconveniente è che i chicchi di riso restano balini [triestino per “pallini da schioppo”] e bisogna avere molta cautela se non si vuole ingoiare, con la torta, anche qualche frammento di molare.
Il gusto, però, è sublime, e l’ho già riproposta (è la prima, credo, delle pietanze tipiche regionali sperimentate nelle cene che rifaccio in altre occasioni).

Ospiti inediti:
Giulio e Marina GMDB

Mentre aspettiamo con fiducia che si liberi spazio sufficiente per pubblicare un nuovo podcast, nei prossimi giorni vi narrerò le vicissitudini cui sono andata incontro nel preparare queste ricette, sempre che non arrivi qualcosa a distrarmi dai miei propositi.

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