Alto But [2]: due giorni di orienteering nell’alta valle del But, 5 e 6 giugno 2010. Paluzza

L’indomani gli atleti fanno colazione separatamente, attingendo al ben di dio che ha portato la Prof, e si dirigono lesti sul campo di gara di Paluzza. Poi io e Zzi ci svegliamo e alle dieci anche lui e la coppia con la cappa vanno a sostenere l’ultima sfida.

Io resto in casa perché questa volta il mio compito è ancora più arduo e pericoloso: difendere il pasticcio dalle mosche. A parte il fatto che in montagna ci sono mosche grosse come piccioni ed è anche piuttosto facile colpirle, le mosche friulane sono davvero astute (probabilmente l’evoluzione le ha rese scaltre per compensare la stazza) e lavorano in squadra. Una, generalmente la più rumorosa, vola attorno al cibo, senza mai posarvisi, così, l’umano che la tiene d’occhio è infastidito dal rumore, ma ha contemporaneamente la certezza che finché è un volo non è sul cibo. L’altra si avvicina a piedi ai succulenti avanzi e se ne pasce. Poi penso che si scambino i ruoli, tipo Mobile-o, ma non sono sicura, non è che mi sono messa a etichettare le mosche per distinguerle.
Si sappia che io provo ribrezzo per praticamente tutti gli invertebrati, perciò è per me fonte di grande stress emotivo scacciare le mosche. Questi animaletti, infatti, non capiscono che li si sta scacciando, oppure lo capiscono e sono dispettosi, perciò spesse volte aniché fuggire nella direzione opposta a quella di chi le scaccia, gli si gettano contro. Mentre i miei compagni di squadra erano in giro a divertirsi sugli ameni praticelli della Vor Furlanie [Furlania omnia divisa est in partes tres, ma ve le spiego un’altra volta], io subivo continui attacchi da parte di questi orrendi insetti, aggressivi e pericolosi. Però – lo dico per rassicurare coloro che poi di quegli avanzi si sono cibati – ho garantito l’igiene del pranzo degli atleti.

Ora, magari, qualcuno si aspetta che io parli della gara. Per non dire le solite baggianate a vanvera, senza cognizione di causa alcuna, ho realizzato per voi un’intervista a uno dei protagonisti dell’evento.

Zzi, vuol dirci quali sono le sue impressioni sulla gara di domenica a Paluzza?
Mmm.
Grazie. Cercherò di fare domande più stimolanti…come le è sembrato il terreno?

Molto più bello di quello del giorno precedente.
In che senso?
Che mi è piacito di più.Sì ma perché?
Molto più divertente.
Amore, mi sto spazientendo, di cosa vuoi parlare? Ti chiedo il terreno?

Eeehh…vuoi dire il percorso?
Sì, belin, sì, il percorso. Ti chiedo il percorso?

Chiedi il percorso.
Com’era il percorso?

Bella la prima parte, fino alla farfalla, peccato per la parte finale stile corsa campestre.

Cioè?
Mi sono divertito nella prima parte….
Ho capito, non sono mica deficiente, volevo che sviluppassi il concetto di “campestre finale”. Non importa, me la scrivo da sola.

‘nzomma, pare che la parte finale del percorso fosse meno tecnica e non richiedesse spiccate attitudini all’orientamento.
A livello atletico non ho sentito parlare di grandi difficoltà o di terreno particolarmente ostico, a parte dover guadare il Mississippi infestato di alligatori.

I reduci sono rientrati accaldati e leggermente abbronzati; mentre tutti consumavamo allegri i gustosi avanzi, Madame K teneva duro, digiuna e affamata, in attesa della meritata premiazione. Quando è rientrata alla base, il Celere Capellone e quel che restava della famiglia presidenziale erano già ripartiti per Gropada (la Costruttiva Consorte, infatti, li aveva preceduti per andare a occuparsi del loro Famelico Felino), mentre noi altri eravamo in procinto di abbandonare l’accampamento…insomma, eravamo tutti in grande trepidazione per il risultato e vivevamo compatti il sentimento di appartenenza alla squadra. Al suo arrivo, però, l’entusiasmo è stato tale che siamo tutti tornati indietro per festeggiarla e fare le foto con la coppa.
Una bella coppetta col gambo rosso.

È proprio carina e volevo ringraziare pubblicamente gli organizzatori per avercela regalata (lo so, l’abbiamo vinta, ce la siamo meritata, ma grazie lo stesso, noi eravamo contenti anche di una stretta di mano, invece abbiamo ricevuto questa bella coppa col gambo rosso e ci fa tanto piacere)….e poi – che c’entra? – anche non fosse bella, è ciò che rappresenta che ci riempie di soddisfazione e siamo proprio felici di questi risultati.

Personalmente, però, sono molto più contenta della medaglia di Zzi, non a causa del risultato individuale, ma per l’oggetto in sé. Essa, infatti, si compone di una parte rettangolare e di una parte discoidale che ruota su un perno inserito nel rettangolo, che reca su una faccia il logo della società organizzatrice e sull’altra l’Angioletto Additante, uno dei simboli del Friuli. Quando dico Friuli, in questo caso, non intendo riferirmi – con approssimazione, come fanno gli italiani – alla Regione FVG, intendo proprio il Friuli, quale insieme delle provincie di Udine e Pordenone.
Quando verrete a darmi tante randellate, passerete per questa terra di temporali e di primule e noterete che su quasi ogni campanile sta un Angioletto Additante. Cosa additi, non so; cioè, si direbbe un segnavento, ma scomodare un angelo per una cosa che poteva fare benissimo un galletto, o addirittura una bandierina, mi pare eccessivo. Ad ogni modo, sulla medaglia che ha vinto Zzi c’è un Angioletto Additante Rotante, che in quanto very furlan mi piace un sacco e passo le giornate a prenderlo a bicellate per farlo girare.
Ora, io non so chi sia il designer della Friuli MTB che ha deciso di fare le medaglie con l’Angioletto Rotante, ma la comunità friulana tutta dovrebbe dargli un premio per aver fatto sì che un po’ di furlanità sia entrata, con onore e soddisfazione, in una casa triestina.

…..

Tanto per tenervi in allenamento, prima di fare il riepilogo della situazione:
C’È UNA CITAZIONE DA 5 PUNTI IN QUESTO POST

9 thoughts on “Alto But [2]: due giorni di orienteering nell’alta valle del But, 5 e 6 giugno 2010. Paluzza

  1. Larry

    Elisa mi fa giustamente notare che a ben guardare le citazioni sono due [le faccio senza rendermene conto].
    Quella ovvia è da tre punti.
    Resta da cinque punti quella che avevo pensato io che – a scanso di contestazioni – è successiva nel post.

    Pare che di nuovo wordpress non funzioni, quindi probabilmente ho scritto tutto questo per niente.

  2. elisa

    Ritento …
    Immaginavo fosse troppo banale. Furlania omnia divisa est in partes tres Il De bello Gallico. Ma era proprio servita su di un piatto d’argento, facile facile …

  3. Larry Post author

    Tre punti per la citazione ovvia.

    Nella parte seguente del post si annida una citazione da cinque punti.
    Sotto a chi tocca.

  4. markogts

    Scusa, ma l’angioletto sulla medaglia non sta tenendo in mano una lanterna da orientista?

    PS non so se i pordenonesi sono contenti di essere definiti friulani…

  5. Larry Post author

    Brava Marirosa, meno male che qualcuno mi dà delle soddisfazioni: 5 punti.
    Ora non ne ho né il tempo né la voglia, ma presto farò un riassunto della classifica. Se nel frattempo qualche giraffa buona ha voglia di farlo al mio posto, non è che mi dia fastidio, eh…

  6. Larry Post author

    Belin!
    Dici di no? Non sono furlani? E cosa sono? A me risultavano furlani…di là de l’aeghe [non si scrive così e non si dice così. Piccoli Lettori, non imparate], ma pur sempre furlani.
    C’è stato uno scisma furlano d’occidente a mia insaputa?

  7. Pingback: Paluzza 06.06.2010

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