Preparare i bignè è come rompere le noci di cocco con una mano sola: non è difficile,è che ti sporchi tutto.
Ingredienti:
150 ml di latte
100 ml di acqua
90gr di burro
60gr di farina
4 uova
Un pizzico di sale
Tutta la pazienza di cui disponete
Procedimento:
“In una casseruola mediamente capace fate scaldare acqua, latte e burro. Quando il burro sarà fuso, salate e unite la farina setacciata gradatamente, affinchè non si formino grumi”
Questo va contro ogni legge della fisica valida sul pianeta Terra.
Per setacciata che sia, per poca che se ne metta, la farina versata in un liquido caldo fa sempre i grumi.
Del resto, altro modo non c’è.
Quindi: scaldate tutti i liquidi e i solidi che si liquefano, e quando vi sentite pronti, prendete un bel respiro e vuotate tutta la farina nella casseruola.
Girate, girate, girate – più forte – girate, girate, girate – schiaccia il grumo contro la parete – girate girate – cazzo che dura ‘sta pasta – girate, girate e girate.
Del resto, altro modo non c’è.
Quindi: scaldate tutti i liquidi e i solidi che si liquefano, e quando vi sentite pronti, prendete un bel respiro e vuotate tutta la farina nella casseruola.
Girate, girate, girate – più forte – girate, girate, girate – schiaccia il grumo contro la parete – girate girate – cazzo che dura ‘sta pasta – girate, girate e girate.
“La pasta è pronta quando si stacca da sola dalla casseruola e fa una palla intorno al cucchiaio di legno.” Cioè, praticamente subito. Quando la palla fa la pasta, siate pertinaci , scrollate la palla dal cucchiaio e girate ancora un po’.
Spegnete il fuoco.
Spampanate la pasta sul fondo della casseruola.
Aggiungete un uovo.
Girate, girate, girate.
Occhio che nella casseruola calda l’uovo non si cuocia a contatto con le pareti: buttatelo solo sulla pasta e girate, girate, girate.
Occhio che nella casseruola calda l’uovo non si cuocia a contatto con le pareti: buttatelo solo sulla pasta e girate, girate, girate.
Quando la pasta si è bevuta bene l’uovo aggiungere il successivo, e così via fino al quarto.
Mandate il forno a due e trenta.
Preparate la carta da forno sulla placca e armatevi di due cucchiaini da caffè. Passando l’impasto da un cucchiaino all’altro, formate delle palline e disponetele sulla carta da forno ragionevolmente distanziate. Palline piccole: perché i bignè crescono, e se uno butta sulla placca una pallina grande come un dattero, garantito che gli esce dal forno un caco. Cercate di non fare filare la pasta in modo che non si formino cornini bruciacchiati, se occorre lisciate le palline col dito bagnato.
Infornate.
Non perdete d’occhio i bastardi, perché il bignè è un viet-cong: sta lì fermo e zitto, giallastro e acquattato, pronto a fottervi quando meno ve lo aspettate; tipo che se fate la cazzata di voltarvi un attimo, ve li trovate carbonizzati.
Quando sono pronti si vede, ma non fatevi ingannare dall’aspetto: a volte sembrano cotti, ma dentro sono crudi. Ovviamente non si può aprire il forno e saggiarli, quindi calcolate – che ne so – una decina di minuti da quando sembrano pronti; magari un po’ meno, se no si seccano.
Sempre facendo attenzione che non si carbonizzino.
Sfornate e fate raffreddare sulla placca, sempre ben separati.
Se sono venuti bene, li potete farcire con la siringa, se, invece, non si sono sviluppati del tutto, li potete tagliare a panino, svuotare dell’eventuale “mollica” e farcire.
Come si fa a sapere se sono venuti bene senza aprirli?
Non lo so: lo chiedo a voi!
Non lo so: lo chiedo a voi!
Per questo i miei bignè sono sempre appaninati: li controllo [con amore] uno per uno.