Per coerenza, si diceva, non sono andata neanche al secondo giono di gare, anche perché le previsioni minacciavano nubifragi e la volta che decido di fare la lotta nel fango, almeno mi procuro un po’ di gnocca.
Gnocca che ho saputo poi non essere mancata nemmeno a Lipica (osservate come l’utilizzo dell’avverbio “nemmeno” lascia inferire al lettore una presenza di gnocca anche a casa nostra, che in realtà non c’era), da dove Zzi è tornato descrivendo estasiato una giovanissima atleta dai capelli rossissimi e la pelle (ha detto “pelle”, ma credo credo intendesse “cosce”) di marmo. Probabilmente non era maggiorenne, ma sarà stata la nipote di Fischer.
Anche la nostra giovane, ma rispettabile società, contribuisce massicciamente all’elevato tasso di krompir della zona: accanto ai già noti esemplari abbiamo presentato anche Zucchero, lasciandoli tutti di stucco.
Chissà la mia amica e le mie compagne di società come sono contente e lusingate di questi commenti pecorecci.
Perché questa caduta di stile, e questo squallido svilimento della femminilità, così in contrasto con il registro solitalmente tanto sublime di questo blog?
Per il motivo per cui gli editori si danno al porno: incrementare le vendite.
E, cosa non trascurabile, perché non ho nulla di intelligente da dire sulla gara, e allora intrattengo con tette&culi: in TV ha funzionato per 30 anni e ha creato un elettorato vasto e fedele, non vedo perché io non dovrei riuscirci. Vedetela così: sto gettando le basi per assurgere a imperatrice della galassia; anzi, mi sembra di avere già il respiro affannato.
La seconda prova, se proprio ci tenete a saperlo, credo fosse “un ninin” più impegnativa della prima, oppure mio marito, dopo aver trascorso la mattinata con l’amante, si è tirato una sassata sulla caviglia. Da una attenta mappatura delle zecche, inoltre, si deduce che è stato nel bosco…lascio ai maligni domandarsi “a fare cosa”.
Il tracciato col pennarello evidenzia un percorso non particolarmente bastardo, privo, cioè, di inversioni di rotta, come del resto quello del giorno precedente.
Io – e ringraziate il cielo ogni mattina che non sono un tracciatore – avrei cambiato la successione delle lanterne in 1-4-3-2-5, ubriacando subito il concorrente, e stroncandolo molto prima della metà gara con uno schioppo lungo (cosa che, peraltro, il tracciatore effettivamente ha fatto). Zzi se la cava tatticamente molto bene, oppure ha legato il Garmin su Marko con la K.
La giornata è funestata dall’infortunio del Celere Capellone che, eroico, ha tentato comunque di terminare la gara, ma riesce, con le ultime forze, a condurre Zzi dalla spacciatrice di miele.
Lì Zzi acquista un barattolo di miele di edera – così dice: è scritto in sloveno, potrebbe anche essere miele di erbacce o, più probabilmente, strutto di tricheco – che io sospetto sia tossico (escludo che lo sia per davvero, a volte ho delle convinzioni erboristiche tutte mie). Poi lo assaggio e decido che non è tossico.
Ma a voi non ve ne offro perché magari è tossico e vi fa male.
Siete confusi?
Ma no: è molto semplice. Se io ho una cosa buona, ma ce ne ho poca, a voi fa male e a me no. Quindi, per il vostro bene, devo mangiarla tutta io.
Non è mica difficile da capire.
No io non c’entro (semmai avrà legato il Garmin su Vecchiovanty), ho fatto due figuremmerda per conto mio:
1) Alla vista dell’abbagliante fascino di Zucchero perdo completamente la memoria a lungo termine e, dimentico di tre mesi di corso insieme, faccio per presentarmi. Poi per farmi perdonare la accompagno alla partenza dove la bombardo di tutto il mio scibile orientista (“vedi, quell’orologio è due minuti avanti”)
2) Dalla 1a alla 2a lanterna, confondendo una strada per l’altra, arrivo a una lanterna, disperso nel bosco. Chiedo al primo concorrente di passaggio, in orienteering-internazionalese “dove ca$$o siamo” e la risposta è un vago “mona, xe la tua terza, no te vedi?”. Praticamente ho fatto il percorso come tracciato da Larry.
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