Lipica Open [4] – La gara di domenica

      No Comments on Lipica Open [4] – La gara di domenica

Nell’ultimo giorno di gare anche io mi cimento nel trovare punti secondo indicazioni criptiche.
Con la Giraffa&Bruttino, infatti, vado a prendere Zzi dove si è svolta la gara, per poi andare a pranzo da Špacapan con Zucchero & Josephine [CP accampa il compleanno della genitrice, che di per sé non è improbabile, ma sarebbe l’ennesima singolare coincidenza…ora vediamo quante volte compie gli anni, quest’anno, la sventurata signora].

Per raggiungere il campo di gara, proveniendo da Trieste, all’incrocio di Opicina bisogna:

– Proseguire dritti verso l’Hotel Daneu
– Subito dopo il ristorante Daneu svoltare a sinistra
– Mantenere sempre la strada principale, incuranti dei confini
– Continuare imperterriti attraverso Kreplje; da lì, in campana:

dopo il camposanto, prima di entrare nel paesino di Dutovljeimboccare la strada che va nelle vigne e dopo poco diventa sterrata, opportunamente segnalata al suo inizio da un cartello dell’orienteering sul palo della luce sito dove essa si diparte dalla strada principale.

– quindi sempre dritto finché non si vedono chiappe ungheresi al vento.

Diciamocelo: è a prova di mona.

I Lussuriosi arrivano a prendermi con la Giraffomobile clamorosamente puntuali e in ghingheri per il pranzo della domenica. Io mi presento vestita come quella-che-non-si-è-depilata: tutta carina e vezzosa dalla testa alla cintura, poi dalla vita in giù aserragliata in un paio di jeans coibentati a prova di gesso.
Dicesi a prova di gesso quell’abbigliamento che non lascia intravedere i peli superflui neanche se ti viene la pelle d’oca alta tre dita come quando fanno stridere il gesso sulla lavagna.
Le calze coprenti, per esempio, non sono a prova di gesso: se hai le gambe pelose e ti viene la pelle d’oca, spuntano i peli delle cosce; non quelli degli stinchi, che in genere sono più lunghi e restano schiacciati dalla calza, bensì quelli delle cosce, che sono abbastanza lunghi da oltrepassare la calza, ma più corti di quelli degli stinchi per via del continuo sfregamento con gli indumenti. E così, in men che non si dica, ti ritrovi con i bermuda di peluche.

Intrattengo i miei amici con il collaudato numero di quella-che-si-siede-sul-sedile-dietro-entrando-di-faccia e partiamo per la missione di recupero di Zzi.
Opicina: tutto bene.
Hotel Daneu: tutto bene.
Svolta a sinistra dopo il ristorante Daneu: tutto bene.
Ex confine: tutto bene
Curva coi poliziotti: tutto bene anche se Bruttino decide che è il momento di tentennare riducendo speventosamente la velocità della macchina e inducendo quasi gli agenti a chiederci i documenti per non essere sgarbati.
Krepljie: tutto bene.
Camposanto: “Oh, belin! Scusa, parlavo e non mi sono accorta che abbiamo passato il camposanto. Torna indietro, ci deve essere una strada prima che porta in campagnetta”
Inversione.
Scandagliamento del muro del camposanto in svariati sensi di marcia [più di due].
“Sicura che la strada fosse ‘prima’ del camposanto?”
“Sì, sì, mi ha detto ‘prima del camposanto c’è un palo della luce’….oltretutto, noto che non ci sono pali della luce su questa strada, chissà cosa ha visto e lo ha preso per un palo della luce…”
“Ma non ci dovrebbero essere le indicazioni dell’orienteering? Sicura che non è più avanti?”
“Sicura, belin, c’ho anche il foglietto con le istruzione, c’ho!”

Estrazione del foglietto dalla tasca dietro.
“Ah. Ehm, no, ecco, sai, era ‘dopo’ il camposanto, ‘prima’ del prossimo paese, prosegui un pochino, allora”

Individuazione immediata del palo della luce [il primo!] e della strada che conduce al campo di gara.
Imbocco della strada e smacco alla sorte proseguendo fieri con la Giraffamobile a pieno carico su strada sterrata e accidentata; avventuroso attraversamento di passaggio a livello non custodito.
Al bivio non sono sicura che Zzi non possa non provenire dal sentiero non carrabile e decido – ardita! – di proseguire a piedi verso il campo di gara che presumo essere ormai vicino.
Dopo un’interminabile camminata, un’auto con targa friulana mi raccatta stremata come l’omino delle barzellette che annaspa nel deserto. Sopra c’è Zzi, ancora con la tuta della nostra giovane, ma rispettabile, società, che si è fatto dare un passaggio dalla matriarca della cartografia furlana. Anche nel il confronto diretto con la felpa da passeggio della Semiperdo [glamourissima! Lapo Elkann se la mette per andare ai murazzi], la nostra tuta si difende bene…siamo onesti: forse ne esce sconfitta, ma di pochissimo ed essendosi battuta con onore.

Siccome non ha preso neanche una zecca, decide che, per cambiarsi, la cosa migliore non è sedersi sul pianale della Giraffomobile, bensì rotolarsi nell’erba alta e secca; così, solo per essere sicuri di adottare una creatura anche quest’oggi.
Pudica, la Giraffa finge smodato interesse per il percorso e i simboli cartografici, facendo un sacco di domande su dettagli a caso e tenendo gli occhi immobili sulla cartina per non rischiare neanche di sbirciare Zzi, suscitando le mie ire.
Io – che in realtà non vedo l’ora di vantarmi con le mie amiche di quanto è bonazzo mio marito – la invito, a tradimento, a osservare quanto…no, lasciamo perdere, adesso ho una vasto pubblico di orientisti, non è opportuno proseguire.
Facciamo che Zzi si è cambiato veloce  come Arturo Brachetti e siamo ripartiti,  su una Giraffomobile talmente carica che più che una Clio sembrava un’ R4,  alla volta di Komeno, dove ci attendevano – più correttamente: dove prevedevamo che avremmo atteso –  Zucchero&Josephine per pranzare da Špacapan [seguirà post dedicato].

Non appena giungiamo sulla porta del ristorante, accosta un veicolo pilotato con scaltra destrezza: Zucchero&Josephine sono puntuali come le mestruazioni a Capodanno.
Sono bellissimi e radiosi, lui candido in camicia color bianco-mi-macchio-immediatamente e maglioncino senape, lei trendissima con i capelli sciolti, gli occhiali con le lenti colorate, trucco nei colori-moda del malva e del glicine, camiciola a V color porpora impreziosita da una fascia di pailettes viola sul taglio impero e…
Mh?
Pantaloni sportivi [sì, va bene, sul viola, ma palesemente sportivi] e pedule da trekking?
Però!
Non la facevo mica tanto pelosa, la ragazza!

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.