Sesta cena regionale, il Trentino-Alto Adige – Prologo: il menu (1)

Nel post precedente vi avevo promesso che presto vi avrei parlato del mio rapporto con la bicicletta.
Mi pare un’ottima ragione per tornare senza indugio a parlare delle cene regionali.

 

Con soli quattro mesi di ritardo, riferiamo della sesta cena regionale, che ha avuto luogo lo scorso sette maggio, ha avuto come ospiti CP e PC (Piccolo Collega, di Zzi) e ha visto come regione protagonista il Trentino-Alto Adige.
Non il “Trentino”, colloquialmente detto, perché il Trentino corrisponde alla sola provincia autonoma di Trento, bensì – per quanto ridondante sia pronunciarlo – il Trentino-Alto Adige, ovvero la regione tutta, inclusa la provincia altrettanto autonoma di Bolzano.
Noi che stiamo nella “Venezia Giulia” della regione autonoma “Friuli-Venezia Giulia” siamo sensibili a queste sottigliezze.


Sesta cena regionale, il Trentino-Alto Adige – Prologo: il menu

Anche questa cena si è svolta in un giorno feriale e non abbiamo potuto darci dentro come i miei ospiti avrebbero meritato, ma stavolta ci siamo difesi meglio della precedente.

Prima, però, lasciatemi spendere due parole sugli ospiti.
CP è uno dei personaggi cardine della mia vita o, per usare le sue stesse parole del mio “teatrino di puparuoli”, e viene regolarmente citato in questo blog.
Fu amore a prima vista (grazie al cazzo, quando l’ho conosciuto aveva i capelli lunghi e pesava quindici chili di più): furlano e comunista!
Egli è il privilegiato che viene pagato per passare otto ore al giorno con me (nei tempo libero ci vediamo gratis), ma ora ci restano davanti meno di quattro mesi di convivenza, e stiamo facendo scorta di antidepressivi.

PC è il Piccolo Collega di Zzi, talmente giovane che, ai tempi delle superiori, Zzi gli dava ripetizioni di non so che assurda materia del Nautico (è un istituto superiore in cui si studiano cose come meteorologia e navigazione, mi sono resa conto solo verso i venticinque anni che non in tutte le città ci sono istituti superiori del genere), per poi ritrovarselo, a distanza di qualche anno, a poche scrivanie di distanza; segno che le ripetizioni sono servite.
Nel frattempo, è anche diventato un esperto di vini e di shiatsu, ed è un triestino patocco.

A proposito del mio teatrino di puparuoli, ecco uno schema per aiutarvi a districarvi nei rapporti che intercorrono fra i soggetti spesso citati su queste pagine.

 

A proposito degli ospiti scelti, si noti come mi sono guardata bene dall’invitare persone con anche vaghe ascendenze trentine, per essere certa che la mia cucina non venisse confrontata con quella della nonna.

Affidandomi, come sempre, agli accattivanti volumi della collana del Corsera, ho proposto il seguente menu di sedicenti piatti tipici del Trentino Alto-Adige:

Carne salata scottata con crostini di polenta
Nella mia sconfinata ignoranza, ho per anni creduto che la carne salata si mangiasse solo cruda, come il carpaccio, poi, qualche anno fa, una visita in Trentino (e intendo proprio il Trentino, poiché l’occasione era il Trittico della Valsugana) mi ha spalancato le porte della Conoscenza: l’ospitale cuoca dell’agriturismo dove siamo riusciti, in extremis, a pranzare, ce l’ha servita scottata e ci ha spiegato che, tradizionalmente, si consuma anche così.
Pur essendo io una feticista della carne cruda, ho scoperto in quell’occasione che l’unica cosa più buona della carne salata è la carne salata cotta.
Non mi dimenticherò mai che, sempre nella medesima occasione, ho anche conosciuto Darietto; poi uno dice “il contrappasso”…

Zuppa di funghi e patate
Era maggio e faceva un freddo porco, come ha continuato a fare per tutta l’estate del 2013, del resto.
All’epoca, comunque, non ne avevamo idea e temevamo l’esplosione del grande caldo da un momento all’altro, così abbiamo approfittato per fare quella che credevamo sarebbe stata l’ultima zuppa per chissà quanto tempo. Inoltre, la zuppa – a differenza della pasta – ha il vantaggio di poter essere preparata in abbondante anticipo e non scuocere. Sempre a differenza della pasta, la zuppa ha anche l’innegabile vantaggio di piacermi.

 

Lonza di maiale con patate e mele al forno
Io vado pazza per la carne accompagnata da frutta cotta, marmellate e composte dolci, non mi spiego perché questa nobile usanza non sia riuscita a valicare le Alpi.
Okay, le pietanze che risultano da questi accostamenti non sono leggerissime e forse non si inseriscono facilmente nella dieta di popolazioni che vivono a latitudini più meridionali, ma non trovo che il cinghiale stufato con la polenta che si mangia sul Beigua (monte in provincia di Savona, noto per essere teatro di numerose manifestazioni di orienteering, grazie alla sua caratteristica di essere perennemente avvolto dalla nebbia, ragion per cui non trovi una lanterna neanche se inciampi e ti ci trafiggi il costato) sia meno nutriente.

 

Kaiserschmarren
Anche al Kaiserschmarren ho legato un tenero ricordo: lo conobbi nel pomeriggio di Pasqua del 2009, quando la Giraffa lopreparò nel suo Kitchen Aid rosa sotto i miei ammirati occhi, nella cucina del suo vecchio appartamento di Big Battery Street (via del Pilone).
In buona sostanza, è una frittata dolce alta due dita e – si sa – io impazzisco per qualsiasi cosa che contenga una percentuale di uova maggiore o uguale al 50%, perciò non poteva essere che una passione travolgente, quella fra me e il Kaiserschmarren

 

Torta di fregolotti
Per quel che ne so, è la versione trentina della torta sbrisolona di Mantova. Probabilmente tra la sponda nord e la sponda sud del lago di Garda è in corso da secoli una sanguinosa disputa per la paternità di questo dolce, ma io non ho idea di quale sia venuta prima.
Siccome CP faceva il diavolo a quattro e non ne voleva sapere di presentarsi a mani vuote, ma al vino avevamo già pensato noi, l’ho sedato mandandolo da Sartori a compare una torta di fregolotti, dolce che lumavo da tempo immemorabile ogni volta che entravo in quella salumeria.

 

Vino

Pinot nero Franz Haas, anch’esso legato al nostro viaggio in Trentino in occasione del Trittico della Valsugana, poiché acquistato a quel tempo.

3 thoughts on “Sesta cena regionale, il Trentino-Alto Adige – Prologo: il menu (1)

  1. Pingback: Trento e Trieste: cose da sapere | LARRYCETTE

  2. Sara

    Oh mio dio. Come ho potuto? Come ho potuto perdermela?! La tabella dei rapporti di Larrycette! E ci siamo anche noi! E siamo vicinissimi alla padrona di casa! E sì, ok, non siamo così belli ma la tua arte nel disegno è pari solo a quella che sfoderi ai fornelli. Prova ne sia la deliziosa, piccola penna rossa che trovo adorabile ;)

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