C’è sempre una prima volta, o “La Rigojanci” [part uàn] ✎

Per il compleanno di Zzi ho voluto preparargli il suo dolce preferito, che non avevo mai preparato prima di ieri:

la Rigojanci.

La rigojanci è l’unico dolce triestino che possono mangiare anche gli italiani [o qualunque altro gruppo etnico/sociale] senza restarne uccisi.
Infatti è una ricetta ungherese.
È simile ad un semifreddo al cioccolato con una base di pan di spagna al cioccolato, ma – si sa – niente di ciò che è triestino è uguale a qualcosa di preesistente: tutto è unico ed esclusivo, perciò guai a dire che la rigojanci è un semifreddo tra due strati di pan di spagna.
Di conseguenza, immagino che su wikipedia sia in corso una discussione per la cancellazione di questa pagina sovversiva e mendace.
Il dolce è stato inventato dal violinista Rigò Jancsi, che sedusse e sposò una ricchissima ereditiera americana, che per lui lasciò il marito, un principe belga.
Ciò spiega perchél dolce sia noto tutto il mondo come “rigò jancsi” ; ma il Triestino traslittera i prestiti come il serbo [in cui non esiste il weekend, bensì il vikend] e nella mezzaluna òstile – licenza poetica – tra le risorgive del Timavo e il Rio Ospo questo dolce si chiama, e si scrive, come si pronuncia.

Non è difficile da fare, non ci vuole neanche troppo tempo.
È che io ne ho avuto proprio poco, indicativamente dalle 14, ora un cui sono solitamente libera da impegni lavorativi, alle 18, ora in cui dovevo al più tardi uscire di casa.
“Quattro ore”, diranno subito i miei piccoli lettori, “non sono mica poche”. No, ma non abbiamo fatto i conti con ‘lbonazzo.

‘lbonazzo è un educato e piacevolissimo ragazzo friulano [lapalissiano], studente di architettura e fortunato neomoroso di Bellefossette, la giovane sorella di Elisa.
Quando Bellefossette l’ha incontrato, probabilmente perché ancora alle prime fasi della conoscenza e per esigenze di sintesi, ne ha inizialmente solo descritto l’aspetto estetico; dai pochi tratti forniti, Elisa ed io abbiamo concluso che fosse un bonazzo e, poiché all’epoca ancora ne ignoravamo il nome, ci riferivamo a lui come a “‘lbonazzo” [con l’articolo eliso attaccato], così ho pensato che potesse essere un gradito soprannome. Per niente sessista, oltretutto.
Ad ogni modo, detto da una che potrebbe esse sua madre, è un soprannome meritato.

È un biondo occhiazzurrato coi denti dritti come un attore  americano, ma non con la faccia da bamboccetto tipo – che ne so – Tobey Maguire in Spiderman, più scanzonato, tipo William Holden, ma con lo sguardo più furbo, alla Bruce Willis, ma non così figliodiputtana, più posato, più affidabile, tipo Matt Damon, ma non in Dogma, più in Salvate il soldato Ryan, ma con uno sguardo più sereno, tipo Val Kilmer, ma con l’aria meno arrogante, tipo Mark Hamill; prima di diventare un cavaliere Jedi, però, non esageriamo!
Diciamo come il principe Filippo della Bella addormentata nel bosco, per brevità.

‘lbonazzo ed io non ci siamo mai incontrati prima; io sono molto curiosa, e voglio conoscerlo un po’. Lui mi sgama subito, ma si concede paziente, tirando fuori tutto il repertorio da “primo incontro con un parente della morosa”. È ben vestito, parla con garbo, ha molti argomenti, simula interesse per qualsiasi puttanata io dica [ne dico tante anche nella vita normale], accenna appena al suo rapporto con Bellefossette, giusto per sottolineare le sue buone intenzioni, ma non mette in piazza gli aspetti personali, elegante e discreto come un vero principe. Insiste e riesce nel pagarmi il caffè.

Meno male che anche la più piccola delle due figlie dell’Artista Ceramista ha trovato un buon partito!

 


 

Cercavi la ricetta della Rigojancsi, vero? Non la storia della mia vita…

Non ci sei andato lontano, l’ho pubblicata qui e qui.

Se, invece, ti è piaciuto il mio approccio casual alla cucina, puoi sguazzare in un’intera sezione (e, dato che ti è piaciuto, ricordati di far divertire anche i tuoi amici…)

One thought on “C’è sempre una prima volta, o “La Rigojanci” [part uàn] ✎

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